Cappotti e giacche con inserti in pelliccia, camice, cravatte, intimo in seta ed anche piumini in piuma, borse, cinture, portafogli e calzature in pelle sono tutti quei prodotti che da un recente sondaggio i consumatori italiani sono disponibili ad acquistare se realizzati con materiali alternativi e non di origine animale
Italiani e francesi sono fra i primi a scegliere la moda animal free. I consumatori ed accaniti seguaci delle ultime tendenze dicono no alla moda se sfrutta gli animale e scelgono sempre di più capi privi di materiali di origine animale come piume e pellicce. Ispo Ricerche ha realizzato un sondaggio a livello internazionale per capire quali fossero le reali tendenze dei “fashion victims” riguardo all’argomento degli animali e di come questi siano sfruttati per la produzione di tessuti ancora tutt’oggi molto in voga. La ricerca è stata realizzata per la Lav e dai risultati è emerso che gli italiani e i francesi sono i più sensibili all’argomento, ben l’81% degli intervistati preferisce acquistare prodotti privi di materiali di origine animale. Seguono tedeschi, olandesi, polacchi ed inglesi. I propositi per il futuro sono quindi allettanti. Intanto ci si deve accontentare di quel 12% di consumatori che in tutti e sei i paesi europei nel quale si è svolto il sondaggio già da tempo acquistano capi animal free.
Ma oltre i dati, c’è ben oltre. Da queste interviste e dalle risposte che hanno dato le persone si è ben capito che optare per la scelta animal free è cool e di tendenza. Ciò fa dunque sperare, che come tutte le tendenze che si rispettino, sia seguita in massa dalla maggior parte dei seguaci della moda e che quel 12% possa crescere.
Le prospettive già ci sono tutte. “Le evidenze di questa rilevazione Ispo sono la concreta dimostrazione di come la moda etica non sia affatto una realtà di nicchia, bensì rappresenti la domanda di una considerevole fascia di consumatori, incarnando un enorme potenziale di crescita”, dichiara ad AdnKronos Simone Pavesi responsabile Moda Etica. La Lav, proprio a fronte dei risultati del sondaggio lancerà a partire da domani, 25 Febbraio, l’ Animal Free Fashion (www.animalfree.info), la nuova vetrina web online che offre degli strumenti di visibilità alle aziende impegnate in un percorso di conversione cioè che stanno abbandonando l’utilizzo di tessuti di origine animale per adottare metodi di tessitura molto più sostenibili ed appunto animal free. Il lancio della moda animal free potrebbe sortire effetti immediati partendo dai capi con inserzioni in pelliccia. Mentre, infatti, chi acquista una pelliccia preferisce ancora che sia “originale” perché assume prestigio e valore, i capi con gli inserti in pellicciotto sono più facilmente sostituibili con quelli realizzati con materiali di origine vegetale o artificiale.
Dai giubbini in pelle, alle giacche, alle felpe e giubbotti con il cappuccio in cui un must è quello della pelliccetta che abbellisce il capo. Ma non solo. Potrebbe essere ridotta anche l’utilizzo della seta spesso utilizzata per la realizzazione di cravatte intimo e camicie. Cappotto o giacche con inserti pelliccia; camicie, cravatte, intimo in seta; piumini in piuma; borse, cinture, portafogli in pelle; cappotti, golf, abiti invernali in lana; calzature in pelle sono i prodotti che dal sondaggio i consumatori sono disponibili ad acquistare, a parità di comfort e qualità se realizzati con materiali alternativi. In Italia l’85% degli intervistati sceglie già capispalla con inserti in ecopelliccia, l’83% acquista piumini in ecopiuma, l’80% non acquista mai se non raramente borse e accessori di vera pelle e il 78% è favorevole alle calzature in ecopelle. Almeno il 40% degli italiani inoltre ha dichiarato di ben sapere come funziona il mercato oggi: la definizione “vera piuma” è ormai il più delle volte non la verità ma una strategie di marketing e non crede necessariamente che un prodotto in piuma sia migliore di uno in materiale sintetico.
Sicuramente l’etica è il principio chiave che ha spinto gli intervistati a dichiararsi a favore dell’animal free; tutto sarebbe più facilitato in questo processo di conversione internazionale se, per primi, fossero i Brands medesimi a “sponsorizzare” il proprio spirito animal free. Ma, l’etica si scontra purtroppo con il mercato. Per alcuni marchi di lusso i capi di origine animale sono i favoriti per alcuni consumatori di elitè, che vedono nel capo di origine animale un valore inestimabile e una qualità inimitabile, senza contare alla brillantezza del tessuto che tende a mantenersi nel tempo. Se per i primi, i grandi nomi della moda abbandonassero questa tipologia di lavorazione, è certo che, i fashion victims li seguirebbero senza pensarci due volte convertendosi anch’essi senza saperlo alla Fashion Animal Free. In questo caso però, la scelta non sarebbe dettata da un reale senso di etica ma solo della smania di seguire le tendenze senza comprendere il vero valore che c’è dietro quella scelta: salvare la vita degli animali.