Le donne di Milano hanno il cuore fragile. All’ombra della Madonnina ansia, stress e depressione colpiscono oltre la metà della popolazione femminile
E insieme a fumo, dieta scorretta e vita sedentaria, aumentano il rischio di malattie cardiache e di eventi come l’infarto che nella versione ‘rosa’ è più cattivo. A lanciare l’allarme sono gli esperti del Centro cardiologico Monzino-Ccm e in particolare del ‘Monzino Women’, che presenteranno i dati domani 27 settembre nel capoluogo lombardo a Palazzo Reale. L’appuntamento con ‘Il cuore delle donne’ è alle 17, promosso dal Comune con l’Irccs del cuore e l’università Statale.
“La ricerca – spiega Alessandra Gorini, responsabile dell’Unità di Psicocardiologia del Monzino – ha studiato le caratteristiche psicosociali di un campione di oltre 700 donne fra i 20 e i 70 anni, di età media 50 anni, in rapporto alla partecipazione ad attività di screening e prevenzione. Tra chi non fa prevenzione il 65% ha sintomi di ansia, il 40% di depressione e il 50% presenta elevati livelli di stress. Nel gruppo attivo in prevenzione, che comprende anche le donne dell’ambulatorio Monzino Women, la sintomatologia è inferiore, ma comunque importante: il 55% manifesta ansia, il 30% depressione e stress”.
“Il problema non è solo la presenza di fattori di rischio nella popolazione femminile – sottolinea Elena Tremoli, direttore scientifico del Ccm e professore all’università degli Studi – ma anche l’assenza di consapevolezza di questi fattori da parte delle donne, e purtroppo anche dei medici, che impedisce un’azione preventiva che potrebbe salvare molte vite. Basta qualche numero: il 38% delle donne che hanno avuto un infarto perde la vita entro un anno, rispetto al 25% degli uomini; il 35% delle donne con infarto ne avrà un altro entro un anno, rispetto al 18% degli uomini”.
“E’ evidente che la donna ha delle fragilità di genere – avverte Tremoli – e quindi va sensibilizzata e accompagnata in un percorso specifico di prevenzione, diagnosi precoce e cura nelle malattie cardiovascolari. Per questo abbiamo inaugurato all’inizio di quest’anno il Monzino Women, che offre concretamente questo percorso, affiancandolo a un’attività di ricerca scientifica. Ma abbiamo bisogno del supporto di tutta la comunità civile e medica, perché il problema è prima di tutto culturale. Dobbiamo riuscire a parlare a tutti, uomini e donne, per convincere il mondo femminile a prendersi cura del proprio cuore quando non ci sono sintomi”.
“Sappiamo che almeno un fattore di rischio cardiovascolare è presente nell’80% delle donne di 45 anni – evidenzia Daniela Trabattoni, responsabile del Monzino Women – La donna, oltre ai fattori comuni a tutta la popolazione, ne ha infatti di specifici quali i problemi legati alla gravidanza o i trattamenti per il tumore del seno, le malattie autoimmuni o gli aspetti psicosociali. I dati preliminari delle prime 100 donne visitate al Monzino Women, tutte senza sintomi o precedenti eventi cardiovascolari, confermano un quadro che richiede tutta la nostra attenzione: abbiamo trovato 16 donne con ipertensione e 17 con ipercolesterolemia. Quindi nel nostro campione il 30% delle donne presenta fattori di rischio elevato”. L’analisi ha rivelato inoltre “una presenza così significativa di ansia, depressione e stress che abbiamo deciso di indagare la presenza di fattori di rischio psicosociale anche attraverso una ricerca ad hoc”.
“L’amministrazione comunale supporta questo programma per informare le donne sui rischi cardiovascolari – afferma Angelica Vasile, presidente della Commissione Politiche sociali, Servizi per la salute e volontariato del Comune di Milano – Ringrazio il Centro Monzino per l’attenzione alla medicina di genere: è necessario sensibilizzare sempre più le persone per renderle consapevoli che anche dal punto di vista clinico il corpo della donna non è identico a quello dell’uomo”.
Adnkronos