Un tempo a chi voleva rafforzare le capacità mnemoniche si raccomandava di mangiare pesce ricco di fosforo. “Un riuscitissimo ‘pesce d’aprile’ ampiamente smentito dalla scienza. Meglio, piuttosto, annusare un rametto di rosmarino”
Lo suggerisce Luciano Atzori, biologo ed esperto in sicurezza degli alimenti e tutela della salute, co-fondatore dello Studio Abr, che analizza per l’Adnkronos Salute tutti i benefici di questo arbusto aromatico (Rosmarinus officinalis) “dalle infinite proprietà: è ricco di antiossidanti, tonificante, digestivo, astringente”.
Benefici dovuti “alle molteplici sostanze contenute (borneolo, flavonoidi, tannini, vitamina C, pinene, diversi acidi organici)”. Ebbene, iniziamo dalla memoria. “Un recente studio effettuato nella Northumbria University, e pubblicato sul ‘British Psychological Society’ mostra che annusare il rosmarino – ricorda l’esperto – incrementa la capacità mnemonica del 5-7%. Se a ciò si aggiunge che precedenti studi hanno evidenziato che questo arbusto è in grado di migliorare le capacità cognitive e la memoria a lungo termine sino al 15%, va da se’ che dovremmo avere sempre in tasca un rametto di questa pianta: ben lo sanno gli studenti inglesi, che per migliorare le valutazioni agli esami scolastici di fine anno hanno fatto incetta di rosmarino”.
Sempre recentemente, continua Atzori, si è scoperto che eseguire, prima della cottura alla brace della carne, la marinatura con ingredienti fra cui il rosmarino “riduce notevolmente la comparsa di Ipa (sostanze tossiche che spesso si formano durante la cottura della carne alla brace e che fungono da interferenti endocrini, cioè in grado di alterare le funzioni degli ormoni con potenziali effetti sull’organismo) soprattutto la marinatura con la birra scura, con il vino rosso e con l’utilizzo del rosmarino”.
Il biologo ricorda che la carne deve restare “a mollo in questa emulsione per almeno qualche ora a circa +4/+8°C, quindi in frigorifero”, e che va effettuata anche la speziatura (spennellamenti con paprika, zenzero, rosmarino, basilico, origano, pepe, peperoncino, curcuma). In definitiva la speziatura e la marinatura, grazie anche all’azione del rosmarino, non solo rendono la carne più gustosa, ma anche più sana”.
Non è un caso, secondo Atzori, che il rosmarino (o la sua essenza) sia impiegato “in tantissimi prodotti: basti citare i dentifrici, i collutori, i cosmetici e molte tisane. Ovviamente, anche se la pianta di rosmarino non risulta essere tossica, se impiegata ad alte concentrazioni o se si hanno specifiche ipersensibilità personali a qualcuna delle sostanze contenute si potrebbero avere degli effetti indesiderati (disturbi gastrointestinali, insonnia, convulsioni), quindi si sconsiglia il consumo di dosi eccessive (ad esempio attraverso infusi) e si raccomanda di non assumere rosmarino durante la gravidanza”, conclude.
AdnKronos