Gioia, tristezza, paura. O anche un colpo di scena che ci fa sobbalzare. Registi, attori e scenografi sono gli artefici dell’arte dell’illusione e della simulazione cinematografica, mentre gli spettatori ne rimangono catturati. Il motivo? E’ il cervello a permettere l’immedesimazione grazie ai ‘neuroni specchio’
“Alla base del rapporto cinema-cervello c’è la scoperta di una particolare tipologia di neuroni, i neuroni specchio, che permettono l’empatia, l’immedesimazione in quello che fa un’altra persona – spiega all’AdnKronos Salute Giulio Maira, neurochirurgo e presidente della Fondazione Atena Onlus – Entriamo in sintonia con le persone perché si crea un rapporto interpersonale, che a sua volta si crea perché esistono i neuroni specchio, senza i quali vivremmo come entità separate e disinteressate all’altro”.
Ed è proprio per indagare i meccanismi con cui la mente reagisce di fronte alla suggestione della simulazione cinematografica che ieri in Campidoglio, a Roma, si è tenuta la tavola rotonda ‘Cervello e cinema. Tra magia, illusione e simulazione. Il ruolo dei neuroni specchio’, organizzata dalla Fondazione con l’intento di promuovere le ricerche e diffondere le conoscenze nell’ambito delle neuroscienze.
Al centro del dibattito, con il contributo del neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, l’esplorazione di alcuni meccanismi che sottendono molti dei nostri comportamenti individuali e sociali.
“Nel cinema questo meccanismo si sviluppa al massimo – evidenzia Maira – Noi partecipiamo attivamente ai fatti del cinema non solo perché esiste una semplice rappresentazione pittorica nel nostro cervello di quello che succede, ma perché attiviamo gli stessi neuroni che attiva il personaggio del cinema. Quindi riproduciamo inconsciamente nel nostro cervello quello che sta succedendo nel cinema. E questo ci permette un’immedesimazione perché viviamo la stessa vita”.
AdnKronos