Una persona su 100 scopre di essere celiaca attraverso specifici test, ma la metà dei pazienti non riceve una diagnosi
I sintomi della malattia possono essere: gastrointestinali come vomito, diarrea, perdita di peso e, nei bambini dai 6 anni in su, arresto della crescita.
I nutrizionisti clinici riuniti nel secondo Congresso della Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo (Sinuc), in corso a Firenze hanno dichiarato: “Nei bambini è possibile fare diagnosi con un semplice esame del sangue che rilevi la presenza degli anticorpi specifici (Ttg o Ema) in misura di 10 volte superiore ai livelli normali – spiega Maurizio Muscaritoli, presidente della Sinuc – Il che rende la diagnosi più facile e meno traumatica rispetto alla precedente pratica della biopsia intestinale che individua se i villi intestinali sono atrofici e infiammati”.
“Il trattamento della patologia si basa su un regime dietetico che escluda in maniera assoluta e a vita il glutine – prosegue l’esperto – Quindi grano, frumento, segale, orzo, farro e kamut, mentre sono permessi riso e mais e i prodotti certificati per assenza di glutine, ormai ampiamente disponibili in commercio e a carico del Ssn. La novità è che la celiachia si manifesta sempre più in maniera camaleontica con sintomi atipici come l’anemia e la perdita di massa ossea, spia di un malassorbimento di nutrienti. Mentre in altri casi i sintomi sono dermatiti e alopecia, ossia perdita di capelli, che solo dopo un lungo iter vengono ricondotti alla intolleranza al glutine”.