Se si applicano le leggi della fisica alla medicina si può vivere più a lungo, riducendo il dolore e l’handicap delle malattie
Nell’universo, come nella vita, non esiste un solo percorso lineare e diritto, ma infinite variabili, “linee curve” e possibili alternative. In poche parole, un numero infinito di gradi di libertà. Un esempio può servire a comprendere meglio: quando compiamo un’azione volontaria ci aspettiamo un risultato che non sempre raggiungiamo perchè lo spazio che viviamo cambia continuamente.
L’attuale livello evolutivo umano consente di utilizzare soltanto sistemi con un numero limitato di gradi di libertà, in cui è possibile, con una certa approssimazione, applicare le leggi della linearità. Perché, dunque, non dare al corpo la possibilità di sperimentare e utilizzare un numero sempre maggiore di gradi di libertà? È qui che entra in azione la Fisioanalisi o Analisi Fisica, efficace tecnica che ricerca l’origine fisica di alcune patologie a carico del sistema muscolo-scheletrico, interviene per restituire benessere ed equilibrio al corpo, consentendo di procedere verso una “sana” evoluzione. Come si sa, il corpo si muove nel proprio spazio grazie a leggi fisiche specifiche, come la forza di gravità e la forza d’attrito. La vita, nella sua componente fisiologica “tout court”, è la capacità di un corpo di vincere queste forze per sollevarsi e spostarsi su una massa, nel nostro caso la terra. La scala evolutiva degli esseri viventi su basa sulla qualità del movimento e sulle componenti del corpo impiegate per questa funzione fondamentale. Le parti non utilizzate a questo scopo possono essere dedicate ad altro che si può definire intelligenza, ovvero (nella sua accezione legata alla Fisioanalisi) “integrazione a sempre maggiori gradi di libertà”.
L’umanità è la forma di vita più evoluta. Un assunto, questo, che non tiene conto solo delle componenti intellettive ed emotive, ma anche di quelle fisiche. E il motivo è presto detto: il nostro corpo vince più facilmente la forza di gravità, utilizzando soltanto gli arti superiori e inferiori. Il resto diventa appannaggio delle funzioni intellettive. Due piedi, due gambe ed un bacino per sollevarsi dalla massa terrestre e per spostarsi; una colonna vertebrale, due braccia ed una testa per relazionarsi con l’universo. Come dire, la metà del corpo per “ancorarsi” alla vita e l’altra metà da dedicare all’intelligenza. Il progetto è questo, ma l’umanità non è ancora così evoluta.
L’uomo contemporaneo è molto concentrato sulle dinamiche del proprio intelletto e si cura poco invece del modo corretto e “naturale” di stare in piedi e di muoversi nello spazio fisico. Ci si dimentica, spesso, che l’originaria “radice animale” è comunque intimamente connessa con l’intelligenza.
Patologie sempre più diffuse come lordosi lombare, cifosi dorsale e verticalizzazione cervicale indicano che questa evoluzione è ben lontana dal compiersi del tutto, e che la parte superiore del corpo deve ancora aiutare quella inferiore nella lotta contro la forza di gravità. Non può, dunque, vivere pienamente i gradi di libertà (gradi di intelligenza) che vorrebbe. La cifosi dorsale indica che l’uomo è ancora fondamentalmente un quadrupede, e non è evoluto come crede. Il mal di schiena segnala questo limite. È la spia che si accende quando l’usura dei tessuti è eccessiva, primo passo verso la malattia.
I muscoli antigravitazionali, contratti in maniera isometrica per garantire la stazione eretta e la vita, antagonizzano l’azione degli agonisti deputati alle azioni intelligenti, in un conflitto che inibisce il corpo e la mente. Succede così che i muscoli, schiacciando lo scheletro, determinano la patologia della colonna vertebrale, e schiacciando i vari condotti (arterie, vene, vie respiratorie, digestive, urinarie ecc.) alterano in maniera significativa il movimento dei fluidi corporei (sangue, aria, cibo, urine ecc.). Da qui ha inizio la malattia. Maggiori sono gli attriti, più veloce sarà l’usura degli organi. Il corpo umano non può sfuggire a questa legge universale.
La Fisioanalisi® (FA) corregge spontaneamente e in modo definitivo gli impedimenti che limitano la piena espressione della potenzialità evolutiva, permettendo così al corpo di vivere un numero maggiore di gradi di libertà e di evolversi in maniera sana.
Grazie a questa disciplina, il bacino si pone in posizione ortogonale alla leva del piede, in modo da formare una unità antigravitazionale completa che in maniera autonoma vince la forza di gravità, permettendo così alla parte superiore del corpo la libertà di dedicarsi alle altre funzioni, migliorandone le capacità fisiche ed intellettive e riducendo così l’incidenza della malattia.
La Fisioanalisi permette la distensione della colonna vertebrale riducendone le curvature cifotiche e lordotiche, risolvendo la causa delle diverse patologie. E, in ultimo ma non meno importante sul piano scientifico, questa innovativa tecnica permette di abbandonare il sistema tridimensionale della medicina contemporanea, per dare inizio ad una metodologia fondata sul sistema quadrimensionale, dove il tempo modifica lo spazio, e la gravitazione il tempo.
AdnKronos