Cresce il mercato dei farmaci contraffatti. E le ‘pillole dell’amore’ restano saldamente al primo posto tra quelle acquistate – rappresentano il 70% dei ‘falsi’ – soprattutto on line
E questo anche dai giovani, con rischi rilevanti per la salute: la maggioranza di questi prodotti, infatti, ha composizioni non solo non conformi agli originali ma anche ‘arricchite’ da sostanze tra le più diverse, dal gesso al veleno per topi. Un fenomeno su cui si sono confrontati oggi, a Roma, rappresentanti di istituzioni e addetti ai lavori nel corso del convegno ‘Contraffazione, un virus da estirpare’, evento promosso da Federfarma Servizi e Società Italiana di Urologia. Qui è stato presentato il progetto ‘Pillole’, all’interno del programma europeo FakeShare, per informare i cittadini sui pericoli dell’acquisto dei farmaci attraverso canali non ufficiali.
“Gli uomini sono fra i primi clienti del commercio di farmaci falsi, sul web e non solo – osserva Vincenzo Mirone, segretario Siu – Al primo posto fra i prodotti più venduti spiccano infatti i farmaci contro la disfunzione erettile (Viagra*, Cialis*, ecc..): la domanda è tanta perché sono ancora troppi gli imbarazzi dei pazienti nel parlare al medico delle difficoltà sotto le lenzuola, così spesso si cede alla scorciatoia del fai da te”. Ma i rischi sono enormi. “I prodotti acquistati sul web – aggiunge il segretario Siu– sono impuri e possono contenere tracce di altri principi attivi che mettono a repentaglio la salute, come ha mostrato il caso degli ipoglicemizzanti trovati in alcune di queste pillole e che, in India hanno causato anche decessi. Inoltre è stato dimostrato che nell’8.5% dei farmaci venduti sul web si trovano impurità pericolose, dall’arsenico al veleno per topi, dall’acido borico alle polveri di cemento, mattoni, gesso o talco”.
“Una pillola su quattro – continua – non contiene il principio attivo indicati, e anche nei casi in cui questo c’è, i dosaggi sono spesso ‘sballati’: appena il 10% delle pillole di Viagra* comprate sul web ha una quantità di principio attivo in un range accettabile per quanto dichiarato, in alcuni casi si arriva perfino al doppio della dose con possibili eventi avversi gravi”.
Purtroppo sono sempre di più anche le segnalazioni di antitumorali, molto costosi, venduti online: fra i tumori più frequenti nell’uomo, quelli di pertinenza urologica sono i più diffusi e così il mercato fiorisce. Anche in questo caso la probabilità di danni è elevatissima, ma spesso il costo di alcune terapie spinge alcuni a tentare la strada del web. Che andrebbe stigmatizzata anche per gli anabolizzanti, altro ‘pallino’ degli uomini: sul web si trovano prodotti spesso falsificati in modo grossolano, così come nelle palestre che spesso si riforniscono proprio online. I pericoli dell’uso di anabolizzanti sono tanti, perché questi farmaci interferiscono con l’equilibrio ormonale e possono portare a problemi come l’infertilità o perfino al decesso, come nel caso di body-builder svizzeri morti a causa del consumo eccessivo di mix per gonfiare i muscoli.
Per di più gli steroidi anabolizzanti causano spesso problemi sessuali, così gli uomini acquistano illegalmente farmaci per contrastare la disfunzione erettile in un circolo vizioso che può portare a conseguenze terribili per la salute. Fondamentale quindi è l’informazione e la sensibilizzazione degli italiani sul fenomeno, sui rischi che si corrono, sulle conseguenze a breve e lungo termine derivanti dall’utilizzo di questi pseudo farmaci, che in realtà sono veleno. Ed è questo l’obiettivo del progetto ‘Pillole’ FakeShare.
“Questa iniziativa – spiega Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, l’Associazione Nazionale delle aziende di distribuzione intermedia di proprietà dei Titolari di Farmacie – è importante anche perché il mercato che sottintende è enorme.”
Adnkronos