Affligge i musicisti, ma non solo: la sindrome del pianista è una dolorosa tendinite al polso che può creare seri problemi, se trascurata. In questo articolo parliamo di come curarla e quali accorgimenti usare per prevenirla.
Si parla spesso della “sindrome del pianista” per indicare un malessere diffuso in molti musicisti, specialmente quelli che suonano strumenti a tastiera: in realtà, però, si tratta di un disturbo ben più diffuso, che interessa molte altre categorie di lavoratori. La “sindrome del pianista”, così come il “gomito del tennista”, la “spalla del nuotatore” o il “ginocchio del saltatore”, sono tutte etichette – più o meno fantasiose – per indicare una tendinite, ovvero un’infiammazione dei tendini, le strutture di tessuto connettivo elastico che uniscono i muscoli alle ossa. Essa si manifesta con un diffuso dolore nella zona dell’avambraccio e del polso, con difficoltà nella flessione delle dita e nel movimento della mano; spesso è visibile anche del gonfiore diffuso.
Nel caso della sindrome del pianista, l’infiammazione colpisce i tendini delle mani e del polso in particolare, ma può svilupparsi anche lungo le braccia e in generale negli arti superiori. Il nome si deve, ovviamente, alla causa specifica dell’infiammazione, che per i pianisti è appunto il forzato, prolungato e regolare esercizio al pianoforte. Chi suona uno strumento, infatti, è spesso soggetto a ripetuti sforzi durante l’esercizio e lo studio, che sviluppa nei soggetti una particolare predisposizione allo sviluppo di patologie ortopediche e neurologiche. La tendinite al polso che si sviluppa nel pianista è una di tali patologie: il dolore interessa non solo la zona del polso, ma anche quella dell’avambraccio e le dita della mano; si protrae per vari giorni e può ostacolare lo svolgimento di determinati movimenti.
Cause della sindrome del pianista
Come accennato, la causa principale della comparsa della sindrome del pianista è il sovraccarico delle articolazioni, che di norma è procurato dalla ripetizione meccanica e prolungata di movimenti – spesso faticosi – che caratterizzano l’esercizio di uno strumento. È bene in questo caso ricordare che quella che comunemente chiamiamo sindrome del pianista può interessare anche ben altre categorie di persone:
- lavoratori, operai e manovali costretti a mansioni ripetitive, attività in catena di montaggio ecc.
- scrittori, studenti e lavoratori che svolgono molto del proprio tempo lavorativo scrivendo sulla tastiera di un computer;
- persone a stretto contatto con neonati e bambini che sono tenuti in braccio per più ore al giorno.
In ognuna di queste categorie, infatti, l’infiammazione del tendine si verifica in condizioni di stress e di sforzo prolungato. È molto probabile, inoltre, che l’incidenza della tendinite aumenti in caso di squilibri pregressi nella massa muscolare, nella struttura ossea e in caso di patologie pregresse dei muscoli flessori ed estensori del polso, dell’avambraccio e delle dita. La sindrome del pianista si verifica molto spesso anche in caso di ripresa dell’attività dopo un lungo periodo di sosta, ovvero quando i muscoli hanno pero elasticità e forza: se si riprende il normale esercizio, a ritmi sostenuti, senza un’adeguata sessione di stretching e allungamento, le possibilità di sviluppare la tendinite aumentano a dismisura.
Prevenzione: come evitare la sindrome del pianista
È proprio per questo che si consiglia sempre di riscaldare i muscoli prima di svolgere attività pesanti: così come per l’esercizio fisico che interessa il resto dei muscoli del corpo, anche quelli della mano e del braccio hanno bisogno di ritrovare la propria fisiologica elasticità prima di affrontare un’attività che richiede un certo sforzo. Il principio è lo stesso di quello che si utilizza prima di andare a correre o di iniziare a fare esercizi con i pesi in palestra: mai allenarsi senza un adeguato riscaldamento.
Molti consigliano, inoltre, di allungare e distendere le fibre muscolari con esercizi di stretching anche alla fine dell’allenamento (dell’esercizio, dello studio, del lavoro, della scrittura o di qualsiasi sia l’attività fisica che coinvolge i muscoli degli arti superiori). Spesso è sufficiente qualche minuto di allungamento, oppure un breve massaggio, per ottenere buoni risultati e aiutare i muscoli a riprendersi dallo sforzo.
Terapia contro la sindrome del pianista
Nel caso in cui la prevenzione non avesse funzionato e si riscontrassero i tipici sintomi della tendinite (dolore, impedimento nello svolgere certi movimenti, gonfiore) è necessario contattare subito un medico, affinché la situazione non peggiori e per poter riprendere la piena funzionalità del braccio, il prima possibile. In base alla situazione e alla gravità dell’infiammazione, il medico consiglierà:
- innanzitutto, di sospendere qualsiasi attività che possa peggiorare la tendinite, e di mettere l’arto a riposo totale;
- applicare del ghiaccio ad intervalli regolari, per almeno 10 minuti: la crioterapia, infatti, è utile in caso di infiammazione;
- l’assunzione di farmaci antinfiammatori e antidolorifici;
- un eventuale bendaggio funzionale o l’applicazione di un tutore, in modo da immobilizzare la parte lesa dalla tendinite;
- in casi particolarmente gravi o recidivi, si può far ricorso anche a tecniche specifiche, come ultrasuoni, laserterapia o tecarterapia, per un effetto non solo antinfiammatorio, ma anche antalgico e miorilassante.