L’orzaiolo è un’infiammazione piuttosto fastidiosa ma leggera che colpisce le ghiandole sebacee delle palpebre dell’occhio, situate alla base delle ciglia e può formarsi esteriormente, colpendo una ghiandola di Zeis, o nella parte interna dell’occhio, laddove la ghiandola infettata è una ghiandola di Meibomio. Le cause della formazione dell’orzaiolo sono legate alla scarsa igiene, dato che il toccare l’occhio con le mani sporche può portare ad un’infezione batterica. Il microrganismo più spesso responsabile dell’infiammazione è il batterio stafilococco e tra i soggetti particolarmente a rischio, troviamo gli utilizzatori di lenti a contatto che non lavano le mani prima di cambiare le lenti o non disinfettano queste ultime prima di indossarle. Tra le altre “vittime”, coloro che utilizzano cosmetici scaduti e che non si struccano prima di andare a letto. In altri casi, l’orzaiolo è associato ad un’infiammazione cronica della palpebra, associata a dermatite seborroica.
Tra i rimedi naturali troviamo l’impacco a base di camomilla, realizzato preparando una semplicissima camomilla e intingendo in essa 2 pezzi di ovatta. Dopo averli strizzati leggermente, applicateli sugli occhi per almeno un quarto d’ora, ripetendo l’impacco per 2-3 volte al giorno. Altri rimedi molto semplici consistono nello spezzettare una foglia di menta, applicandola poco alla volta sull’orzaiolo per 2 volte al giorno; nello scaldare a vapore alcune foglie di cavolo fino ad ammorbidirle, in modo da applicarle sull’occhio 1 volta al giorno. Potete poi fare impacchi di acqua distillata (senza riscaldare il liquido), oppure mescolare in parti uguali olio d’oliva e acqua, bagnando la parte infetta con un bastoncino di cotone, senza far entrare il composto nell’occhio; restando a riposo con l’olio applicato per 5 minuti.
C’è chi sostiene di essere guarito in un battibaleno, appoggiando l’occhio colpito dall’orzaiolo all’imboccatura di una bottiglia d’olio aperta e chi, ancora oggi, ricorre ad un rimedio popolare, strofinando sulla parte infiammata un oggetto in oro, in modo da far “scomparire” il gonfiore più in fretta. Molto utilizzati sono anche gli impacchi con compresse di garza sterile imbevute in un infuso tiepido di eufrasia o semplicemente con la stessa pianta ammollata in infusione; oppure gli impacchi effettuati con l’infuso di fiori di calendula. Se il pus non fuoriesce, nonostante l’effettuazione di impacchi caldi che favoriscono la sua eliminazione spontanea, un medico esperto può infilare la punta di un ago o di un piccolo bisturi nel follicolo. Alcuni pazienti vengono curati con farmaci specifici, ad esempio con l’eritromicina ad applicazione topica, se è il caso di debellare lo stafilococco.