Il termine “neo” deriva dal latino “naevus”, che significa “marchio, segno”, ad indicare il carattere persistente di queste formazioni. I nei (o nevi) sono macchie, piuttosto varie per colore e forma, che nascono sulla pelle quando i melanociti, ossia le cellule che producono un pigmento chiamato melanina, si accumulano, formando una piccola massa insieme al tessuto circostante. E’ necessario tenere sempre i nei sotto controllo poiché un cambiamento può essere il primo indizio di una trasformazione maligna, ossia di un melanoma (tumore maligno della pelle).
I segnali che ci permettono di capire se un neo può essere potenzialmente a rischio, sono riportarti nell’alfabeto dei nei, in cui i medici e gli specialisti ci insegnano, attraverso la regola dell’ABCDE, a riconoscere i nei pericolosi: A come asimmetria: i nei solitamente sono simmetrici, per cui è possibile dividerli in due parti specularmente uguali se si traccia una linea immaginaria, mentre i melanomi, sin dalla loro comparsa, presentano delle evidenti asimmetrie; B come bordi: mentre i nei benigni presentano generalmente bordi regolari, i melanomi presentano bordi/contorni irregolari, dentati, policiclici, chiaramente definiti rispetto alla pelle circostante; C come colore: mentre il neo comune ha un colore bruno ed uniforme, il melanoma ha un colore disomogeneo, da marrone chiaro a nero scuro, D come dimensioni: i nei sono sospetti e da controllare se aumentano gradualmente di dimensioni o superano i 5 mm; E come evoluzione: se si verificano modificazioni nella forma, nel colore, nelle dimensioni del nevo nell’arco di poche settimane o mesi, quando la lesione cutanea diviene rilevata e palpabile (passandovi sopra il polpastrello, sentirete al tatto un rilievo rispetto alla superficie cutanea), oppure fate attenzione a quando sanguina spontaneamente poiché, in condizioni normali, i nei sono del tutto asintomatici, cioè non danno nessun segno della loro presenza.
Se il vostro neo presenta queste caratteristiche, è opportuno effettuare una visita dermatologica, in modo che lo specialista osservi direttamente le macchie sospette, identificando la natura della lesione. L’esame clinico consente di escludere la neoplasia o di avviare il paziente ad un’indagine più accurata. Tramite l’epiluminescenza con il dermatoscopio, uno strumento dotato di lenti che a contatto con la pelle o con una goccia d’olio ingrandisce le immagini e visualizza le caratteristiche invisibili ad occhio nudo o con una semplice lente d’ingrandimento, si consente una diagnosi sempre più precoce, procedendo con l’asportazione chirurgica anche quando vi è semplicemente il dubbio diagnostico di un tumore maligno della pelle. Se la lesione non viene asportata, la sua evoluzione nel tempo può essere seguita grazie ad un computer collegato al videomicroscopio, che può registrare e archiviare le immagini in epiluminescenza.