Scrittrice con sordità ereditaria racconta com’è “sentirsi” dire ti amo dal marito dopo decenni

Sophie WoolleyLe mie mani tramavano quando ho composto il numero di mio marito. Erano trascorsi 10 anni dall’ultima volta che ho sentito la voce di Tom. Ha detto ‘ciao Sophie’ con la voce che mi ha ricordato la prima volta che ci siamo incontrati. Abbiamo riso entrambi, così forte che stavo quasi per perdermi quando mi ha detto ‘ti amo’.”

Queste parole sono di Sophie Wollen, 41 anni, giornalista, il cui udito è venuto meno nel corso dell’adolescenza. Nel corso degli anni marito e moglie hanno dovuto imparare a comunicare col linguaggio dei segni. “La voce di Tom non era l’unica che mi è mancata disperatamente. Mi è mancato sentire mio padre suonare il violino, o persino sentire me stessa cantare,” ha dichiarato al Daily Mail.

Sophie conosceva il suono della sua voce, ma ha perso l’udito gradualmente negli anni, fino a perderlo completamente a 40 anni. Un impianto cocleare l’ha ritrasporta in un mondo che sembrava ormai perduto. La sua sordità era di tipo genetico, ma si è sforzata di vivere una vita più che normale: laurea, amici, fidanzati, la carriera di giornalista, scrittrice, attrice, ma ha sempre rifiutato di essere aiutata. “Mi sentivo spesso isolata e mi concentravo sulla carriera. E’ stato nel 2011 che il mio audiologo ha suggerito l’inserimento di un impianto cocleare.”

Sophie WoolleyI primi giorno dopo l’impianto non sono stati un granché. Le voci delle persone variavano da Minnie a Barry White, però potevo telefonare ai miei amici, potevo sentire la radio, il campanello di casa, il rumore dei miei passi. Dopo solo 10 giorni mi hanno detto che il mio udito aveva raggiunto la normalità: ho ringraziato l’audiologo e sono scoppiata a piangere.”

Quando ero sorda, sognavo i suoni che avrei potuto sentire. Ora, se faccio questi sogni di notte, so che quando mi sveglierò il giorno dopo diverranno realtà.”