Disporre di un guardaroba sempre nuovo, mese dopo mese, in linea con le tendenze del momento?
E magari non doversi nemmeno preoccupare di fare gli acquisti, poiché qualcun altro penserà al vostro posto di fare un po’ di shopping consapevole?
È il sogno di tantissime donne e, forse, presto potrebbe diventare realtà. Pare infatti che tra i trend dei prossimi anni, almeno per un certo tipo di clientela, possa esserci anche il modello di armadio a “canone”, ovvero la possibilità di noleggiare abiti e accessori in cambio di una spesa fissa mensile che permetterà di indossare tutti i vestiti che si desidera, e poi restituirli.
Certo, per il momento si tratta di un’offerta pioneristica, ancora inesplorata, che consentirebbe di segmentare l’offerta personalizzati, che consisterebbero in gruppi di outfit per segmento (cerimonia, serate, ufficio, ecc.).
Ad ogni modo, guai a disperare. A New York, ad esempio, c’è già chi sta lavorando su questo comparto da diverso tempo: nel 2009, Jennifer Hyman ha ad esempio fondato Rent the Runway, un progetto che vuole contrastare gli sprechi, favorire i riutilizzi e dare alle persone la possibilità di sfoggiare dei capi di abbigliamento sempre nuovi, alle migliori condizioni di mercato.
L’abbonamento mensile proposto da Hyman costa circa 140 euro al mese, ed è una tariffa “flat”. Ovvero, in cambio di tale quota mensile è possibile affittare tutti gli abiti che si desiderano, anche appartenenti alle grandi griffe, potendo così cambiare giorno dopo giorno il proprio look, e dando l’impressione di avere un armadio illimitato.
Non solo gli Stati Uniti sembrano peraltro aver compreso la portata di tale novità e di tale tendenza. In Cina, ad esempio, la piattaforma Y:Closet ha già 15 milioni di utenti e il suo funzionamento è molto simile a quello che Shopify ha innovato nel mondo musicale.
Per la piattaforma cinese, insomma, i guardaroba possono ben funzionare come le canzoni, divenendo fruibili in una quantità di tempo limitata che consente di lanciarsi in scelte e accoppiamenti più azzardati rispetto a quelle che sarebbero opzionabili in caso di acquisto, quando prevale il dubbio della convenienza dello shopping in relazione alla possibilità di ammortizzare l’investimento nel tempo.
E voi che cosa ne pensate? Si tratta di un modello di business che potrebbe andare per la maggiore anche qui da noi? O ritenete che la nostra abitudine all’acquisto sarà difficilmente scalfibile nel breve e nel medio termine?