La stilista figlia di Paul, è impegnata in prima fila per difendere i diritti degli animali in particolar modo di quelli uccisi affinchè il loro pellame possa essere impiegato per la produzione di abbigliamento ed accessori in vera pelle, “la vera sfida è quella di realizzare abiti ugualmente belli anche se non in vera pelle”
Stella Mc Cartney, stilista di fama internazionale nonché figlia d’arte (suo padre infatti è il cantante dei Beatles Paul Mc Cartney), è un’accanita animalista e lotta a fianco delle associazioni che si battono per evitare che gli animali siano cavie innocenti del settore della moda. Ci si riferisce in particolare a tutti quei tessuti che abitualmente sono utilizzati dagli stilisti per realizzare i loro abiti: pelle vera, pellicce e pellicciotti ma anche piuma d’oca che vanno ad imbottire i giubbotti che le modelle indossano con disinvoltura sulle passerelle. Una scelta forse un pò paradossale per una donna attivamente impegnata proprio in questo settore, dal quale dipende la sua fama ed il suo successo. Secondo Stella Mc Cartney, da quanto ha dichiarato in un’intervista alla rivista The Business of Fashion (BoF), è fin troppo semplice realizzare un capo bello da vedere, da indossare e da toccare quando è di vera pelle, ma realizzarne uno di pari bellezza senza utilizzare materiali di origine animale è una sfida sicuramente più allettante che Stella ha deciso di cogliere al volo. Stella è una delle pioniere nella tutela dei diritti degli animali nel campo della moda nonchè convinta vegetariana fin da quando era piccola. E’ una donna che porta avanti la sua filosofia, e la teoria che la guida in questo impegno è quella per cui utilizzare gli animali sia come fonte di alimentazione sia nel settore dell’abbigliamento è una pratica che andrà ad impattare negativamente sul nostro pianeta perché la catena fra cibo, ambiente e malattie è imprescindibile.
Proprio per questo la stilista vuole rendere il brand uno dei più “etici” sotto questo punto di vista, seppur non mancano altre importanti maison che proprio in questi ultimi tempi stanno cercando di approcciarsi a questi nuovi principi di produzione come Chanel e Gap. Oggi, parlare di moda ed animali sta diventando sempre più frequente e le associazioni animaliste sono sempre più attive su questo fronte con campagne e manifestazioni (come quella della Lav), mirate a sensibilizzare l’opinione pubblica contro lo sfruttamento degli animali nella produzione di capi di abbigliamento. Si stima che oggigiorno, vengono uccisi ben 50 milioni di animali ogni anno affinchè il loro pellame sia utilizzato nel settore della moda.
Dal 2008 l’azienda di Stella ha iniziato a ripulire i propri cicli di produzione da materiali di origine animale, e dal 2010, già non venivano più utilizzati per la realizzazione dell’abbigliamento nè degli accessori. La stessa casa di moda inoltre, è pronta a rispondere a tutte le domande, anche le più scomode, per cercare di essere trasparenti al 100% verso i propri clienti, nella sezione “Sostenibilità” del proprio sito web. Come sta andando la sfida di Stella? I risultati fino ad oggi sono positivi, anche se l’azienda ammette che la lavorazione risulta molto più difficile: ad esempio le scarpe, se non sono di vera pelle che è un materiale molto più plasmabile dai macchinari, risultano di difficile lavorazione. Spesso anche gli stesi impianti di produzione non sono progettati per lavorare materiali alternativi e sostenibili per cui si deve ricorrere al lavoro sapiente di artigiani. Nel caso del brand di Stella, ben il 70% circa di tutta la produzione di scarpe è realizzata da artigiani. Stella Mc Cartney dunque lancia ai suoi colleghi stilisti una vera e propria sfida, ossia quella di convertirsi alla sostenibilità in difesa soprattutto degli animali, anche perché, esser stilisti talentuosi vuol dire anche sapersi adattare alle esigenze della società: ed in questi anni, il nostro pianeta ci sta chiedendo disperatamente aiuto. Sarebbe bello dunque se proprio l’industria della moda sarebbe uno dei primi settori a raccogliere questo grido di aiuto e dare una mano nel suo piccolo a sostenere il pianete, partendo proprio dall’abbandonare l’utilizzo di materiali di origine animale per realizzare i propri capi pregiati e lussuosi.