#DropThePlus, è la campagna delle modelle plus, che vogliono essere considerate modelle e basta
In un contesto sociale in cui le modelle magre tendono ad essere escluse dal mondo della moda. Quelle curvy, chiedono di essere considerate modelle e basta. Così la testimonial del marchio Dita Von Teese, colosso della lingerie burlesque, Stefania Ferrario, si scrive sul ventre “Sono una modella”. Volendo esprimere che una modella, se scelta è perchè risulta possedere i canoni ideali per rappresentare un determinato prodotto, a ragion di ciò non bisognerebbe fare distinzione tra modelle e modelle plus, l’aggettivo “plus”, sta ad indicare, che le modelle non sono modelle vere e proprie, lo sono quasi. E’ come se una modella di 1.70m chiamasse plus una che è 1.80m , non avrebbe senso, sono entrambe modelle. Per rafforzare il concetto la modella disegna due cerchi, uno più grande e uno più piccolo e sottolinea il fatto che siano entrambi cerchi, non si possono definire con altre parole. Oltretutto nel mondo della moda si è considerate in sovrappeso se si ha una taglia superiore alla 40 e questa è una delle cause che alimenta il disturbo alimentare dell’anoressia. La modella lancia la campagna #DropThePlus su Instagram e scrive :”Io sono una modella, PUNTO. Sfortunatamente nell’industria della moda se indossate taglie al di sopra della taglia 40 siete considerate plus size, per questo vengo spesso etichettata come modella ‘plus size’. Trovo che questo NON sia incoraggiante. Un paio di giorni fa @ajayrochester ha chiesto all’industria della moda di smettere di utilizzare il termine ‘plus size’ sottolineando quanto sia dannoso chiamare una modella ‘plus’ e di quanto sia nocivo per le giovani ragazze. Sostengo completamente Ajay Rochester e sono d’accordo con lei. Facciamo in modo che ci siano modelle di TUTTE le forme, taglie ed etnie e lasciamo cadere le etichette fuorvianti. Io NON sono orgogliosa di essere chiamata ‘plus’, ma SONO orgogliosa di essere chiamata ‘modella’, questa è la mia professione”!