E se l’icona della donna sexy non fosse più solo quella della taglia 40? Forse è ancora presto per poterlo dire ufficialmente. Ma in questi giorni, sta spopolando la notizia della nuova campagna di costumi Swimsuitsforall, con la modella Ashley Graham, che sarà lanciata sulla rivista maschile Sports Illustrated. Fin qui, nulla di strano. Se non che la modella in questione è un’extra-large e non una taglia small; Ashley infatti non ha proprio la misura 38 delle solite modelle che abitualmente indossano i bikini dei marchi più famosi nelle campagne pubblicitarie. Lo spot propone una sexy camminata della bellissima Ashley che si muove sinuosa a bordo piscina piscina mentre un gruppetto di maschietti esterna il proprio stupore e compiacimento per quelle curve esagerate ( vedi video a fine articolo).
Tanto di cappello allora al marchio che ha optato per questa scelta molto pesante, in tutti i sensi. Ma d’altra parte c’è anche il rischio di cadere purtroppo nei luoghi comuni del caso: la Maison di costumi da bagno che elogia la bellezza della donna formosa come a dover sfatare il mito della bellezza taglia 40, e che si fa portatore di una battaglia di anticonformismo: viva la ciccia, il grasso è bello e sexy. Del resto, tante altre importanti case di abbigliamento e stilisti hanno fatto sfilare e posare per loro modelle più formose e fuori dai normali canoni di magrezza. Ma a che pro ed a che fine “sponsorizzarsi” come amanti delle taglie un pò più normali che peraltro possiedono la maggior parte delle donne nel modno? Tutti, di fatti, tornano inevitabilmente al solito chichè della modella-chiodo. E la modella curvy rappresenta solo una parentesi di una campagna per una stagione poi finita nel dimenticatoio. E se far vestire la propria linea di abbigliamento ad una curvy sia solo una strategia per farsi notare ed esser più visibili? Far parlare di sé? Del resto, fino ad oggi, non si era mai parlato così nè della casa di costumi da bagno nè della rivista maschile che la pubblicherà e forse, no staremo qui neanche a scriverne se non vi fosse stata come protagonista Ashley Graham. Dunque è opportuno scindere da chi davvero crede nella bellezza curvy e porta avanti questo concetto nel proprio modo di lavorare, pensare, creare la moda e viverla da quelle Fashion Industry che inveve si dicono portatori della bandiera “w il curvy” giusto per sponsorizzare in modo irriverente la campagna di una stagione che si prospetta più difficile del solito cadendo poi nella banalità quando mestamente ritornano sempre sui loro passi: taglia 40.