Una modella si definisce tale perché rispetta i canoni estetici dettati dall’epoca, Melanie Gaydos è una modella che infrange le regole, distrugge i canoni di bellezza ed è perfetta così com’è
Le persone come Melanie Gaydos sono pochissime nel mondo, appena 7000, e come lei sono affetti da una rara malattia genetica che si chiama displasia ectodermica. Melanie Gaydos ha ventotto anni, studia arte e fa la modella. La sua carriera è iniziata qualche anno fa quando ha risposto ad un annuncio per un progetto fotografico dove cercavano “persone uniche”, da lì ha partecipato a molti progetti fotografici, ha posato per fotografi famosi della moda, tra i quali Eugenio Recuenco e ha sfilato su molte passerelle, la sua carriera da “persona unica” non sembra arrestarsi.
L’unicità di Melanie Gaydos e della sua sorprendente carriera va al di là di ogni stereotipo contemporaneo, l’eccezionalità della sua vita, data sicuramente dalla sua malattia, l’ha consacrata al mondo dell’arte e della moda che senza il suo coraggio, la sua forza interiore e la sua voglia di provare e mettersi in gioco non avrebbero mai potuto riservarle un posto e abbattere il muro della convenzionalità.
Melanie è completamente calva, non ha i denti, la sua malattia le impedisce di avere le unghie, il suo corpo non suda, le sue ossa non sono ben sviluppate ed è quasi cieca; immaginare di vivere la sua vita e di convivere con una malattia del genere sarebbe quasi impossibile per una qualsiasi persona “normale”, Melanie Gaydos ha la sua normalità e a differenza di tante persone è riuscita ad accettare se stessa. La sua popolarità cresce ogni giorno di più, il suo profilo Istagram ha un’infinità di followers, i suoi scatti sono ironici, intensi e potenti, il suo lavoro è fantastico, i progetti fotografici per i quali a posato sono unici. Melanie Gaydos è portata per essere arte, il messaggio che viene fuori dai lavori dei fotografi che scelgono lei come modella non è solo “anti-convenzionale” o “l’ennesima trovata per dimostrare a tutti che tutti possono farcela” è qualcosa di più intenso, va anche al di là della volontà di distruggere gli stereotipi e le regole del bello. Melanie Gaydos diventa arte in ogni scatto, è il “brutto” che diventa “bello”, è il risultato di un’epoca che rinuncia ad ogni tipo di canone nell’arte e nell’arte della moda con un impatto visivo forte e un messaggio coraggioso esercitando la stessa potenza emotiva che potrebbe scaturire davanti alla magnificenza e la grandiosità della natura impetuosa.
“L’umanità ha bisogno del sublime. Il sublime del sublime è l’arte. Il sublime dell’arte è l’avanguardia. “Citando Roland Topor.