Troppo relax in vacanza rischia di essere ‘dannoso’. Esporsi al sole per un tempo prolungato senza accorgimenti e fare le ore piccole potrebbe infatti nuocere a pelle e capelli
E determinare problematiche dermatologiche che saranno visibili solo in autunno. A lanciare l’allarme gli specialisti dell’International Hair Research Foundation (Ihrf), che hanno stimato un incremento sistematico di circa un quarto di casi di patologie cutanee nel periodo da settembre a ottobre (24,8% nel 2016) a causa di una scarsa protezione o di abitudini che alterano i ritmi sonno-veglia e quindi la produzione di melatonina.
“Da fine estate a inizio autunno – commenta Fabio Rinaldi, presidente dell’Ihrf – si registra un aumento importante di visite per problemi alla pelle e ai capelli causate non solo dai danni acuti dei raggi Uv ma anche dall’uso scorretto dei filtri solari e dei cosmetici”. Una delle zone più a rischio è il cuoio capelluto: “La pelle del cuoio capelluto a causa della sua particolare sensibilità, se non protetta adeguatamente, può indebolire i bulbi piliferi e determinare un aumento della normale caduta dei capelli che avviene in autunno – aggiunge Elisabetta Sorbellini, dermatologa dell’Ihrf – E’ fondamentale la prevenzione per evitare o ridurre questi danni”.
Ma ad allarmare gli specialisti è anche la repentina e prolungata alterazione dei ritmi sonno-veglia: la modifica dei ritmi circadiani, andando a incidere sulla produzione di melatonina, rischia di causare un’improvvisa perdita di capelli al rientro.
In uno studio recente su persone che riferivano un’importante caduta e diradamento dei capelli, ma con sintomi diversi da quelli caratteristici dell’alopecia androgenetica o della tipica caduta di capelli temporanea, spiega Rinaldi, è stato rilevato “che la causa era da imputare all’alterazione dei ritmi circadiani: il problema non risiedeva tanto nel numero quotidiano di ore di sonno quanto nell’ora insolita dell’addormentamento o nell’esposizione alla luce fino a oltre le 2 del mattino. In tutti i soggetti la caduta dei capelli si è fermata solo quando siamo intervenuti per i problemi provocati dalle alterazioni del ritmo sonno-veglia”.
Ma quali sono allora i consigli degli esperti per garantire la salute della pelle e dei capelli? Un ruolo importante – spiegano – oltre ai prodotti in grado di assicurare un’adeguata prevenzione (integratori, creme, farmaci) è l’alimentazione. Esiste infatti un rapporto diretto fra nutrizione e produzione dei principali costituenti dei follicoli piliferi. Per cui puntare su: proteine ricche di aminoacidi (cisteina, metionina, arginina e lisina) e vitamine.
1) La cistina: ne sono ricchi pollo, polpo, stoccafisso, fagioli, semi di chia, soia. Questo amminoacido, grazie alla sua elevata quota di zolfo e ai ponti di solfuro, conferisce resistenza e stabilità alla struttura del capello. E’ inoltre implicata per il processo di cheratinizzazione e stimola la produzione di eumelanine, pigmenti che colorano il capello. Un’adeguata concentrazione di cistina è garantita da un giusto apporto di vitamina B6, quindi via libera a salvia, menta, peperoncini, prezzemolo, pistacchi, avocado, peperoni, nocciole, banane, riso.
2) La metionina: si trova in uova, noci del Brasile, pinoli, miglio, legumi. E’ un altro amminoacido importante implicato nella formazione della cheratina e, in presenza di vitamina B12 (vongole, fegato di manzo, sgombro, salmone) e acido folico (piselli, indivia, barbabietole, cavolfiori), viene convertito in cistina. Metionina e cistina esercitano un’azione antiossidante, contrastando alcuni tra i più dannosi radicali liberi.
3) La glicina (merluzzo, vitello, bresaola, tacchino, amaranto) e l’istidina (soia, parmigiano, lonza di maiale, coniglio, tonno) sono altri amminoacidi che rappresentano importanti costituenti del collagene, migliorano il turnover cellulare e il trofismo del capello.
4) Le vitamine del gruppo B: (B3, B5, B6, B12) regolarizzano la secrezione sebacea.
5) La vitamina D: Il follicolo pilifero è sensibile agli ormoni e la vitamina D è un ormone. Essa, legandosi al suo recettore nel follicolo pilifero, induce la fase di crescita. Studi dimostrano che una carenza di D riduce la crescita del bulbo pilifero. I pochi alimenti in cui la si trova sono: pesce azzurro e uova. Per un maggior assorbimento di questa vitamina sarebbe necessario esporsi al sole (proteggendo bene i capelli) per 10 minuti al giorno.
6) La vitamina H: contenuta in vegetali, cereali integrali, lievito di birra, tuorlo d’uovo, riso, latte e fegato, è indispensabile per la produzione di cheratina e per irrobustire i capelli.
7) La vitamina E: presente in oli vegetali, germe di grano e frutta secca, svolge un’efficace azione protettiva.
Cosa evitare invece?
1) Carni rosse, insaccati, formaggi grassi: immettono nel corpo una gran quantità di grasso andando a stimolare la produzione di sebo per cui è consigliato un consumo moderato.
2) Temperatura di cottura: limitare il più possibile le alte temperature nella cottura degli alimenti, non superando i 120 gradi per ridurre la formazione di acrilamide, sostanza tossica cancerogena.
(Adnkronos)