Secondo i dati relativi al 2015/2016 il rendimento migliore è dei bambini figli di mamme lavoratrici
A fare la differenza, secondo i dati raccolti dai test Invalsi 2015/2016 sulle competenze in lettura e matematica, che consentono di discriminare i risultati anche in base alla situazione lavorativa dei genitori, sarebbe la qualità del tempo trascorso con i figli, più importante rispetto alla quantità offerta dalle madri casalinghe. Buone notizie dunque per le mamme lavoratrici di tutto il mondo, nonostante quello che è l’immaginario collettivo che vede in una mamma casalinga, una garanzia per il rendimento scolastico degli alunni. I dati parlano chiaro: il punteggio medio degli alunni di terza media figli di mamme casalinghe si avvicina ai 58 punti, a dispetto di una media nazionale attestata intorno ai 61 punti e i 63,7 dei figli di mamme lavoratrici.
Questa differenza è facilmente spiegabile secondo Benedetto Vertecchi, decano dei pedagogisti italiani, che spiega: “Perché le mamme lavoratrici con tutta probabilità sono più soddisfatte di quelle casalinghe e anche se stanche al ritorno dal lavoro giocano con i figli quando sono più piccoli e contribuiscono alla costruzione di quelle interazioni con gli adulti che parecchi studi internazionali considerano alla base di solide competenze linguistiche. Un lavoro che non si cancella col tempo e che dà i suoi frutti anche dopo anni. Le lavoratrici in genere hanno anche un bagaglio linguistico più ampio e questo si riflette sui figli”.