Violenza sulle donne, l’avvocato: “il caso Weinstein non è un reato e vi spiego perché”

“Bisogna distinguere lo stupro dalle molestie e comportamenti deplorevoli. Purtroppo non è una storia nuova il fatto che un produttore ci provi con una donna che vuole un provino. È un reato? No, non è reato” 

Così si esprime l’avvocato Daniele Bocciolini, su Radio Cusano Campus, intervenendo sul caso Weinstein e il coinvolgimento dell’attrice Asia Argento, che sta facendo discutere il Paese. E aggiunge: “Nel momento in cui la donna può dire di ‘no’ vuol dire che non c’è violenza sessuale. Se c’è il reato vuol dire che la donna non ha la possibilità di dire di no. La violenza è quando sei costretta a compiere l’atto sessuale. C’è un’altra fattispecie attraverso la quale si manifesta la violenza sessuale ed è l’induzione”.

Riferendosi al contesto dei social network, l’avvocato Bocciolini dichiara: “Quelle donne che dicono di aver subito maltrattamenti da qualcuno devono andare a denunciare perché il tweet non risolve nulla”. Infine lancia una proposta: “Chiedo che la procedibilità dei reati sessuali ma anche dello stalking venga determinata non più a querela della persona offesa ma sia determinata dal legislatore come procedibilità d’ufficio. Così la donna non avrebbe più quella libertà che spesso si tramuta in un nulla di fatto. Ad oggi questi sono reati procedibili a querela di parte entro sei mesi. Perché lo Stato non protegge effettivamente una donna? Basterebbe, appunto, rendere il reato procedibile d’ufficio”.