Cattive notizie per chi predilige i piatti saporiti. Il consumo di sodio, infatti, può essere legato ad un aumento del rischio di sviluppare sia il diabete di tipo 2 che quello autoimmune latente degli adulti (Lada)
E’ quanto emerge da una nuova ricerca presentata al meeting dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd) in corso a Lisbona. E la principale fonte di sodio nella dieta è proprio il sale: per ogni 2,5 g di sale consumato, 1 g è sodio.
Ricerche precedenti suggerivano che il consumo eccessivo di sale può aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, forse attraverso un effetto diretto sulla resistenza all’insulina o favorendo problemi come pressione alta e aumento di peso. Lo studio condotto da Bahareh Rasouli del Karolinska Institutet di Stoccolma insieme a colleghi svedesi e finlandesi ha cercato di far luce sul legame tra l’assunzione di sodio e il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e Lada.
Il team ha confrontato 355 persone a rischio Lada e 1136 a rischio diabete tipo 2 con un gruppo corrispondente di 1379 soggetti di controllo. La presenza di sale nella dieta è stata registrata utilizzando un questionario alimentare. Anche l’influenza della genetica sul rischio diabete è stata considerata, e i pazienti sono stati divisi in “alto rischio” o “altro”.
Ebbene, il lavoro mostra che l’assunzione di sodio è stata associata ad un aumento medio del 43% del rischio di sviluppare diabete di tipo 2 per ogni grammo extra di sodio (equivalente a 2,5 grammi di sale in più) al giorno. E per il Lada l’effetto è ancora maggiore: gli autori parlano di un +73% per ogni grammo di sodio al giorno. “Confermiamo l’associazione tra il consumo di sodio e il diabete di tipo due – concludono gli autori – Ma troppo sodio può essere anche un fattore di rischio per il diabete autoimmune latente degli adulti”.