La commovente storia di Anastasia, ha donato gli organi salvando tre vite

Gita scolastica finita in tragedia, cade da un balcone e decide di cedere i suoi organi per salvare giovani come lei

downloadEnnesimo episodio di gita finita in tragedia, Anastasia Damkali 17enne, era in gita scolastica a Roma, ma cade dal balcone dell’hotel Colombo all’Eur.  La tragedia si è consumata nell’ultimo giorno di vacanza, il 4 marzo,  le valige erano pronte per essere riportate a casa, ma non ci sono mai arrivate.  Anastasia quel pomeriggio aveva avuto un malore, strani capogiri ma si era ripresa, prima della cena però era stata nuovamente male tanto da non potersi unire agli altri. Le compagne di classe dopo aver finito di cenare, sono tornate in camera ma non trovano più Anastasia, il balcone è aperto, la ragazza è precipitata giù per una decina di metri, è attonita, distesa nel cortile interno dell’hotel, è ancora viva ma ha subito diverse lesioni cerebrali. I genitori escludono il suicidio, gli inquirenti che qualcuno l’abbia buttata giù, è stato un incidente, gli antistaminici che la giovane assumeva hanno reagito con l’eccesso di alcool, è stato rilevato un tasso alcolico di 2.0. I medici provano a rianimarla, ma la situazione precipita la notte del 12 marzo. I genitori della ragazza, armati di coraggio e forza ma anche infinito amore, hanno deciso di esaudire il desiderio di Anastasia:”Mia figlia era rimasta molto impressionata dal film “Seven pounds” (“Sette anime”) e da quel momento aveva deciso di donare gli organi nel caso le fosse successo qualcosa”.Se la salma di  Anastasia, sarebbe diventata maggiorenne il primo maggio, è ritornata a casa per essere sepolta, la sua anima è rimasta in Italia, il suo cuore batte in una ragazza della sua stessa età, i suoi reni hanno concesso ad altre due vite di proseguire il loro percorso. Lo specialista Maurizio Valeri, coordinatore del Centro regionale trapianti del Lazio, dice : “I ragazzi sono molto più sensibili degli adulti alla donazione degli organi, hanno meno remore, bisogna sottolineare inoltre che il trapianto non è più una sperimentazione ma una terapia. Ed è quindi molto importante. Ma le risorse sono limitate. Per questo il gesto della ragazza greca è stato importantissimo. I genitori sono stati contattati dal coordinatore dell’Unità territoriale durante le sei ore che rappresentano un atto di legge che deve essere rispettato ma che anche per i parenti del paziente è un punto di non ritorno. È in quel momento, che si introduce nel colloquio il concetto di donazione che non deve essere un fatto collegato al distacco delle apparecchiature che tengono in vita chi sta per morire”.