Sebbene per molte figure professionali la donna è ancora discriminata con uno stipendio inferiore rispetto ai colleghi uomini, per alcuni lavoro non c’è paragone che regga: le donne sono le preferite e più pagate
Siamo nel 2015, eppure, ancora oggi è aperta la discussione donne e lavoro: eterno conflitto fra il gentil sesso ed il mondo delle attività lavorative in cui la donna è messa in disparte più del dovuto. Nonostante si parli tanto della parità dei sessi, in Europa, si stima che ancor oggi sono molte le donne che subiscono evidenti discriminazioni sul lavoro: non solo fanno fatica a trovare un impiego che sia correlato alla loro formazione di studi, ma per molte professioni esiste un gap di stipendio non indifferente per cui, a parità di attività lavorativa le donne sono pagate molto meno rispetto agli uomini.
Sicuramente, come è vero che ci sono queste discrepanze salariali è pur vero che ci sono professioni in cui le donne hanno sicuramente più facile accesso e sono addirittura preferite rispetto ai potenziali colleghi di sesso maschile: questi ambiti professionali sono quelli legati all’assistenza agli anziani, al settore dei servizi di pulizia ed al mondo legato ai bambini ed alla loro educazione (baby sitter, maestre di infanzia, animatrici ecc…). Si stima che in media le donne generalmente lavorino circa 64 ore a settimana (comprensive di attività domestiche) rispetto invece alle 53 ore degli uomini. Dunque, facendo due calcoli, non solo a parità di attività lavorative e di ore le donne guadagnano di meno, ma esse devono anche dedicarsi alle ore lavorative domestiche (badare ai figli, alla casa ed al marito).
Per alcune professioni tuttavia sono stati registrati dei miglioramenti negli ultimi anni con un trend di crescita degli stipendi femminili che stanno per raggiungere quelli maschili(o forse, data la crisi, si sono ridotti quelli maschili?). In vetta ai lavori meglio retribuiti per le donne ci sono quelli della farmacista, manager nel settore digitale e nelle risorse umane, il settore medico come infermieri, chirurghi e medici. Ed ancora la psicologa, l’analista finanziaria e la sviluppatrice di software, gli esperti di marketing, i consulenti contabili e i grafici. In Italia però, queste professioni nonostante per le donne siano le meglio retribuite e ci sia stata negli anni una crescita salariale che si avvicina a quella degli uomini, in realtà la differenza di stipendio è ancora notevole, raggiunge fino al 20 % di differenza. Ma non è tutto. Le professioni in cui le donne guadagnano meno in assoluto sono quelli legali: si conta circa il 52,6 percento in meno rispetto agli uomini.
Se pensate che le donne siano discriminate in tutte le professioni, potete gioire perché non è così: infatti ci sono delle professioni in cui le donne guadagnano di più degli uomini. Eccone alcune, che sono del tutto inattese ed insospettabili:
- Regista: le donne rappresentano quasi solo il 37% della forza lavoro in questo settore eppure, le poche registe donne che esercitano la professione tendono ad avere uno stipendio più consistente rispetto ai colleghi di pari livello uomini.
- Assistenza sociale: in questo settore non c’è paragone che tenga. Le donne rappresentano ben il 79% della forza lavoro con paghe sicuramente più abbondanti rispetto ai pochi posti occupati dai maschi
- Lavapiatti e ristorazione: sembra un paradosso eppure in questo settore le donne non hanno la meglio, rappresentano una percentuale di impiego inferiore rispetto agli uomini, solo il 15% del totale, ma il loro stipendio è notevolmente superiore a quello degli uomini impiegati nelle stesse mansioni.
- Anche il settore del lavaggio auto e dei servizi connessi alle automobili è un settore di impiego prettamente maschile, di fatti le donne rappresentano solo il 13% della forza lavoro. Ma nonostante ciò, quelle poche impiegate riescono ad avere una paga più abbondante rispetto ai loro colleghi maschi.