Il mondo è pieno di colori e, ognuno di essi trasmette all’essere umano diverse sensazioni, piacevoli e non
Ovunque ci troviamo siamo sempre circondati da colori, a casa, in ufficio a scuola, in palestra, in tutti i posti c’è sempre un tocco di colore, bianco, verde, blu o rosa che sia. Spesso i colori che ci circondano hanno su di noi degli effetti che determinano il nostro stato d’animo, le nostre prestazioni fisiche e i nostri parametri vitali. Ecco spiegati da Piero Barbanti, primario Neurologo del San Raffaele Pisana la relazione che c’è tra i colori e il nostro cervello:
Il verde e il blu sono fra i colori preferiti dall’essere umano, hanno un effetto calmante e rilassante. “Ciò dipende probabilmente anche dalla serena rievocazione dell’immagine di cieli e prati. E’ dimostrato – dice Barbanti – che il blu riduce la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e la frequenza del respiro, attivando il sistema nervoso parasimpatico. Ed è per questo che spesso i moderni interior designer consigliano tali tonalità nelle stanze da letto“. È inoltre accertato che questi colori stimolino le attività creative.
Il rosso è per antonomasia il colore della passione e della seduzione. Secondo gli antropologi si tratta del primo colore ad essere stato utilizzato dall’uomo. Ma rappresenta il pericolo, la vita e la morte (nella doppia valenza di sangue come linfa vitale e come simbolo di essere ferito a morte). Alla sua presenza è deputata l’attivazione negli individui maschili di alti livelli di testosterone e quindi una maggiore aggressività, motivo per cui sarebbe connessa anche una migliore prestanza fisica e sportiva. Come ricorda Barbanti “non si tratta di scaramanzia, esiste una fiorente letteratura che ha evidenziato che negli ultimi cinquanta anni la Premier League inglese sia stata vinta prevalentemente da chi indossava divise rosse; e ciò è capitato anche agli atleti di taekwondo e pugili alle olimpiadi di Atene 2004“.
Si dice ‘vedere tutto nero’, un’espressione utilizzata per descrivere lo stato depressivo, che anche in questo caso ha un fondamento scientifico. “In presenza di un soggetto depresso – sottolinea Barbanti – compare una preferenza netta per i colori negativi (nero e grigi), una sensibile riduzione del rosso tra quelli neutri e un’abolizione dei toni positivi (verde e giallo in particolare). La spiegazione è che l’influenza esercitata dal sistema emotivo sull’ipotalamo fa quasi rifiutare al paziente di accettare stimoli visivi importanti, preferendo toni poco luminosi, in perfetta sintonia con il rifiuto della vita tipico del depresso“.
Il giallo invece aiuta a concentrarsi, soprattutto durante lo studio, e riesce a trasmettere un senso di felicità e gioia.
Grazie alle sensazioni che i colori riescono a trasmettere, vengono ormai da anni usati nella medicina con effetto curativo (cromoterapia), “I toni caldi (tonalità del rosso) hanno la proprietà di migliorare l’umore, la pressione, la frequenza cardiaca e l’attività muscolare. Quelli freddi invece (tonalità del blu) sono utili in caso di ansia, tensione muscolare e ipertensione arteriosa” ha infine spiegato Barbanti.